L’evasione fiscale è da sempre un problema che affligge le società moderne. Coniugare una adeguata pressione fiscale e controlli capillari per impedire la perdita annuale di milioni comporta uno sforzo logistico enorme, difficilmente realizzabile di persona.
Ci sono strumenti tecnologici che potrebbero risolvere questo problema?
Un esempio tanto banale quanto, purtroppo, non scontato è il pagamento con carta di credito. Nonostante l’obbligatorietà del POS in tutte le attività commerciali d’Italia, però, non siamo ancora arrivati ad una sua completa adozione.
Per ottenere maggiore copertura e controlli servono strumenti più agili, automatizzati e autonomi, basati su intelligenze artificiali e sensori.
L’Unione Europea ha deciso di finanziare il progetto dell’Agenzia delle Entrate a riguardo dell’evasione fiscale. Si tratta di un piano per applicare i sistemi complessi di analisi a 3 miliardi di dati che vengono generati ogni anno. Quanti funzionari servirebbero per gestire una mole di informazioni simile?
3 strumenti
I circa 900 milioni di euro ricevuti dall’UE serviranno a potenziare i tre strumenti scelti come parte di questo piano: la network analysis, il machine learning e la data visualization.
La network analysis è un insieme di tecniche che consentono di analizzare le relazioni tra attori di un sistema. Una grande mente che ricorda tutti i collegamenti ed è in grado di indicare quali potrebbero essere frutto di attività illecite e quali invece rientrano nella normale vita economica del Paese.
Il machine learning è l’apprendimento automatico delle intelligenze artificiali. Consente di addestrare le I.A. a gestire problemi di statistica, ottimizzazione, data mining. La loro implementazione consentirebbe una ricerca costante delle migliori pratiche e dinamiche di gestione della fiscalità in Italia.
A rendere tutto più comprensibile alla mente umana verranno poi utilizzati strumenti di data visualization che consentono di trasformare in grafici colorati i miliardi di informazioni raccolte nel corso degli anni. La visualizzazione dovrebbe consentire alle amministrazioni di sviluppare una consapevolezza maggiore di come funzionano questi sistemi e del significato dell’analisi di queste enormità di dati.
Proprio tutto?
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini sottolinea che questi sistemi, benché onnipresenti, saranno implementati nel totale rispetto delle norme sulla privacy. Questa attenzione ai diritti del cittadino è lodevole, ma da sola non garantisce una visione umano-centrica del sistema.
I fattori che causano una così alta evasione fiscale sono molteplici, specialmente nella piccola e media impresa. Così come in altri territori della governance digitale, occorre che i sistemi di gestione automatizzata non rendano alienante il rapporto con la pubblica amministrazione.
La tutela dei dati personali non comprende un approccio user-friendly delle piattaforme di fatturazione elettronica, sistemi sicuri e interconnessi e senso di appartenenza.
Una gestione migliore della fiscalità italiana dovrebbe forse prevedere la ristrutturazione del rapporto tra lavoratori e Stato? L’automazione garantisce più fiducia o maggior senso di controllo?