Sapevi che la Terra e la Luna sono così distanti che tutti i pianeti del sistema solare potrebbero stare comodamente tra di loro? Abbiamo moltissimo spazio (pun intended) attorno a “casa nostra”, e le agenzie spaziali di tutto il mondo lo sanno benissimo.
Riusciremo a trarne vantaggio senza che diventi l’ennesima discarica di cui vergognarci?
Tra il nostro unico satellite naturale e noi orbitano migliaia di satelliti artificiali. Si trovano ad altezze diverse, per scopi diversi e con diverse aspettative di vita.
Ultimamente, la corsa allo spazio ha visto una crescente partecipazione di attori privati. Sono aumentati i lanci, gli investimenti e l’affollamento dei macchinari in orbita. I piani per il futuro fanno presagire che ci sarà da sgomitare sempre di più, con importanti conseguenze nel nostro rapporto con lo spazio.
Costellazioni di satelliti
Se hai guardato il cielo terso di una notte in montagna, forse hai assistito a uno strano fenomeno. Sembrano stelle o luci di un aereo, sono tantissime, tutte in fila e si muovono veloci, come uno strano oggetto che avremmo chiamato UFO fino a poco tempo fa.
Si tratta di Starlink, un progetto della SpaceX di Elon Musk che vuole lanciare una rete di satelliti in grado di portare internet nelle zone dove non arriva via terra. Un’idea che in passato è stata fallimentare, ma oggi è nella mente di sempre più investitori.
Nei prossimi anni il progetto vorrebbe lanciare 4000 satelliti nell’orbita bassa della Terra, per contenere la latenza del segnale e garantire connessioni veloci. Amazon dice che investirà 10 miliardi di euro per un suo sistema analogo. In Russia è proibito abbonarsi a Starlink: hanno un sistema proprietario in fase di realizzazione. Canada e Regno Unito non vogliono essere da meno.
Starlink è sicuramente suggestivo, ma se le costellazioni di satelliti diventeranno davvero così numerose e invadenti potremmo avere qualche problema a cui non abbiamo mai pensato e che ancora non ha soluzione.
Cosa succede quando Starlink passa nel cielo notturno?
L’affascinante scia che il treno di satelliti lascia al suo passaggio non viene solo catturata dai nostri occhi e dagli smartphone di mezzo mondo. Per i telescopi astronomici si tratta di un inquinamento luminoso che compromette le fotografie e per cui non c’è un rimedio.
SpaceX e gli astronomi stanno collaborando per mitigare luminosità e disturbo dei satelliti; anche per chi riceve e studia i segnali radio provenienti dallo spazio l’interferenza è problematica.
Cosa succederà con migliaia e migliaia di satelliti di compagnie diverse tutti in azione? Riusciremo a renderli “trasparenti” e continuare la nostra osservazione dello spazio?
I satelliti possono creare problemi tra loro
L’altro grande problema dell’affollamento spaziale è che, una volta lanciati, i satelliti non ricevono manutenzione e controllo periodico.
Che succede quando un’unità termina il suo (breve) ciclo di vita? L’idea è di farla rientrare nell’atmosfera affinché si distrugga precipitando, senza inquinare la fascia orbitale in cui si trovano gli altri satelliti.
Se, però, qualcosa non va secondo i piani e il satellite ha un malfunzionamento o viene colpito da un piccolo asteroide, i suoi pezzi possono entrare in rotta di collisione con altri satelliti con un effetto domino, creando sempre più detriti. Questo fenomeno viene chiamato Sindrome di Kessler, dal nome del consulente NASA che delineò il problema.
Con l’orbita bassa piena di detriti non sarebbe più possibile avere internet satellitare a bassa latenza e perderemmo per molte generazioni la possibilità di esplorare lo spazio. Uno scenario assurdo se pensiamo che potrebbe essere causato dalla corsa commerciale a occupare un territorio preziosissimo per lo sviluppo dell’umanità.
Ma quanto costa?
In passato i tentativi di tempestare il cielo di satelliti commerciali sono tutti finiti male. Non esiste quindi un modello economico a cui ispirarsi per una simile impresa.
Il fatto che SpaceX possieda i razzi per portare i satelliti in orbita abbatte i costi, ma la strada potrebbe essere quella di rendere Starlink pubblico, in un’abile mossa per far dipendere il lancio di nuove unità dai razzi dell’azienda privata.
Se nelle città gli investitori vedono il vantaggio di tappezzare con la fibra ottica, per le aree rurali i costi superano i benefici. Non è chiaro se l’internet satellitare possa giovare da questo vuoto di mercato, perché risulta ancora complesso e poco intuitivo installare le parabole necessarie a ricevere il segnale.
Una corsa inarrestabile
Nonostante le immense sfide tecniche, ambientali ed economiche delle costellazioni di satelliti, l’entusiasmo e la fiducia sembrano aumentare, con attori pubblici e privati che cercano in ogni modo di accorciare i tempi e mandare in orbita bassa le loro macchine.
Se da un lato questa corsa allo spazio non farà che migliorare e rendere più comuni i viaggi fuori dal nostro pianeta, è anche vero che si tratta dell’anticamera per un’esplorazione della galassia che una volta immaginavamo pubblica e libera da interessi strettamente commerciali.
Cosa cambierà nel nostro modo di concepire i viaggi spaziali? Il profitto sarà perseguito a discapito dell’ecologia delle orbite terrestri? Che aspetto avrà il cielo con una rete di migliaia di satelliti?