“Once only”, ovvero “una volta sola”. Sono due parole semplici, ma rappresentano un modo di pensare rivoluzionario per la pubblica amministrazione e, più in generale, per il rapporto tra l’individuo e il digitale.
Il sito Open Government Partnership Italia cita il principio once only come la bussola che orienta un percorso di digitalizzazione più umano, secondo i valori di buon senso, soddisfazione e reale efficacia dei servizi a cui le amministrazioni lavorano.
Il cittadino, quindi, non dovrebbe essere il punto di collegamento tra “pubbliche amministrazioni incapaci di dialogare tra loro”, ma una persona tutelata e coinvolta in un processo digitale partecipato e interconnesso.
Una volta sola
Ma cosa significa esattamente once only? È facile incontrare questo termine parlando di blockchain, ma il suo significato ha applicazioni ben più pratiche per la vita quotidiana.
L’idea che rappresenta è legata alla possibilità che i sistemi informatici siano ristrutturati affinché l’utente non debba comunicare le sue informazioni personali ogni volta che deve avere a che fare con la pubblica amministrazione o un insieme di servizi.
Secondo questo principio, cambiando residenza non sarebbe necessario comunicarlo a ogni amministrazione pubblica in maniera separata; ogni database verrebbe aggiornato in automatico, consentendo un risparmio di tempo e denaro considerevole (e meno spiegazioni ai posti di blocco perché avete dimenticato l’adesivo con il nuovo indirizzo sulla carta d’identità).
Questo concetto viene spesso associato alla tecnologia della blockchain, che consente, ad ogni modifica, di aggiornare in tempo reale ogni database del suo sistema, garantendo maggior sicurezza e minor rischio di falsificazione, perdita e furto dei dati.
Governo o cittadini?
La blockchain non è l’unico mezzo con cui raggiungere un sistema davvero centrato sulla once only. A livello tecnologico sarebbe perfetta, perché aggiorna tutti i blocchi della catena in automatico, ma ha costi ambientali molto elevati e richiede strutture dalle quali siamo lontani.
Studiare una civiltà digitale once only ha i suoi vantaggi e porterebbe a sistemi più organizzati e in comunicazione fra loro, ma implica che i dati del cittadino diventino più preziosi e degni di tutela. Con una sola identità digitale per ogni servizio, infatti, tutti i dati sarebbero connessi e si avrebbe un enorme vulnerabilità ai furti. Governi e cittadini si esporrebbero ad un rischio enorme.
Per fortuna sembra esserci un’altra strada: un modello centrato sui cittadini, che però non piace molto a burocrazie e governi. Questo approccio consentirebbe ai cittadini di avere diverse identità digitali, non collegabili tra loro, ma perfettamente funzionanti e aggiornate. Un modello più sicuro e che sarebbe più in linea con l’attuale legge europea sul trattamento dei dati personali, la GDPR.
Verso quale di questi due modelli ci stiamo muovendo? La sicurezza è davvero così diversa tra questi due sistemi? Come possiamo partecipare al dibattito sul futuro del rapporto tra le persone e l’amministrazione pubblica? Once only significherà più libertà o più controllo per l’individuo?